Michelangelo Pistoletto porta il Terzo Paradiso a Gallipoli

L’arte salverà il mondo e l’Uomo, da se stesso e dai paradisi artificiali che ha creato a discapito del primo paradiso, quello in cui viveva in simbiosi con la natura che adesso chiede il conto. E’ questo il senso del Terzo Paradiso che Michelangelo Pistoletto ha portato a Gallipoli, non solo una mostra, ma un invito a partecipare al necessario riammagliamento dei tre paradisi che hanno caratterizzato la nostra evoluzione e involuzione.
La direzione indicata da uno tra i più importanti artisti contemporanei è la decrescita felice. Per questo l’arte è chiamata ad interagire con ogni settore della società. E a patto che tutti gli attori coinvolti credano nel «Terzo Paradiso: un nuovo Rinascimento, nel quale Natura e Società potranno convivere ». Perché l’alternativa è «la distruzione dell’umanità». Pistoletto è fondatore di una Fondazione dove lavorano cinquanta persone, strutturata in dodici Uffizi (tra i quali uno per la Politica, per l’Economia, per l’Architettura e persino uno per la Spiritualità), che vuole «produrre un cambiamento etico e sostenibile attraverso l’intervento artistico in ogni settore».
L’inaugurazione di ieri sera avvia la stagione culturale estiva, si tratta di una delle tappe imperdibili per il viaggiatore culturale e una grande occasione di riflessione per quanti vorranno vedere da vicino le opere di Pistoletto.

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