Ancora minacce ai braccianti di Nardò

E’ una lotta che non intendono fermare, nonostante le minacce da parte dei caporali proseguono. Gli immigrati, che lavorano come braccianti nelle campagne di pomodori di Nardò, vogliono andare fino in fondo e vedere riconosciuti i loro diritti. Innanzitutto introdurre nel Codice Penale il “reato di caporalato”, con adeguate pene. Siamo stati nella Masseria Boncuri dove tutto è fermo, in attesa del cambiamento decisivo. Oggi prima del vertice presso al Provincia di Lecce, gli assessori regionali al Welfare e Lavoro e Risorse Agroalimentari, Elena Gentile e Dario Stefàno, hanno fatto visita agli immigrati. La Gentile ha, innanzitutto, invitato il Comune di Nardò a partecipare, con il Piano di Zona, ad un bando regionale che darebbe l’immediata disponibilità di 700mila euro per adeguare la struttura e rendere umana la permanenza in quel campo. Stefàno ha assicurato il controllo da parte della Regione Puglia su questa vicenda, su cui stanno indagando le forze dell’ordine, e la volontà di creare condizioni più favorevoli per gli imprenditori per non indurli mai più a sfruttare la manodopera.

Condividi: