Carbone, la proposta di Calenda: le reazioni

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Carbone: La Proposta di Calenda e le Reazioni del Territorio Brindisino

Nel recente dibattito politico italiano, la proposta di Carlo Calenda di prolungare l’operatività delle centrali a carbone fino al 2038 ha sollevato forti reazioni nel territorio di Brindisi. Presentata in un ordine del giorno supportato anche dal parlamentare Mauro Dattis, questa iniziativa si pone in contrasto con i piani di decarbonizzazione che stabiliscono la chiusura delle centrali entro il 2025.

Calenda giustifica la sua proposta sottolineando che l’estensione dell’operatività delle centrali a carbone permetterebbe all’industria italiana di accedere a fonti energetiche a costi competitivi, fondamentale in vista di investimenti in nucleare di nuova generazione. Tuttavia, ciò avrebbe ripercussioni negative su un piano di sostenibilità a breve termine.

Le reazioni non si sono fatte attendere. Il Partito Democratico ha espresso la sua contrarietà, sottolineando il rischio di bloccare lo sviluppo della città, riecheggiando le preoccupazioni della cittadinanza, che chiede un cambiamento radicale nel paradigma energetico. Anche Riccardo Rossi, capogruppo di Brindisi, Bene Comune, Alleanza Verdi Sinistra, ha criticato l’approccio, definendo il prolungamento a carbone come una resa al passato.

D’altra parte, rappresentanti del settore imprenditoriale, come Franco Gentile della CNA, hanno riconosciuto quanto l’allungamento della vita della centrale di Cerano fosse necessario per garantire la sicurezza energetica e la sopravvivenza delle imprese, in attesa di una riconversione industriale.

Laura De Mola, segretaria provinciale di Forza Italia, ha ribadito la necessità di un piano credibile per la transizione energetica, avvertendo che la chiusura anticipata delle centrali senza una strategia alternativa porterebbe a una crisi industriale e a una maggiore dipendenza da fonti esterne.

In conclusione, il dibattito sul futuro energetico di Brindisi è ancora acceso, con posizioni divergenti che riflettono le complessità della transizione energetica in corso. La questione rimane aperta e il coinvolgimento della comunità e delle istituzioni sarà cruciale per definire il percorso da intraprendere.

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