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Riflessioni sulla condizione carceraria in Basilicata
In un recente presidio davanti al carcere Santoro di Potenza, le garanti territoriali delle persone private della libertà hanno manifestato un forte grido d’allerta riguardo al sovraffollamento delle carceri in Basilicata. Con un tasso di occupazione che sfiora il 150% e 163 detenuti a fronte di 105 posti regolamentari, la situazione in questo istituto è critica, nonostante i recenti lavori di ristrutturazione.
Il messaggio lanciato dai garanti è chiaro: è necessaria una maggiore umanità e dignità nel trattamento delle persone detenute, chiedendo un atto di clemenza per chi ha pene residue inferiori ai tre anni. Questo richiamo all’umanità risuona in un contesto di crescente sovraffollamento e carenza di personale, con soli 25 agenti in servizio a Potenza, contro i 32 previsti.
La condizione degli istituti di pena non è diversa a Melfi, dove 90 detenuti si trovano in una situazione di altrettanta difficoltà. La protesta ha visto la partecipazione di esponenti sindacali e politici, sottolineando l’urgenza di un intervento che vada oltre la mera amministrazione e che affronti le cause strutturali del problema.
In un mercato dell’informazione sempre più saturo, è fondamentale che episodi come questi vengano portati all’attenzione del pubblico e delle istituzioni. Dinnanzi a una realtà così drammatica, la comunità è chiamata a riflettere sull’importanza di garantire diritti umani fondamentali, anche nei contesti carcerari.
La narrazione di storie emblematiche, combinata con dati allarmanti, solleva interrogativi sulla sostenibilità del sistema penale attuale e sulla necessità di una riforma sistemica che possa finalmente restituire l’umanità a chi, purtroppo, è stato relegato in quelle che sono diventate più che celle, luoghi di sofferenza e disperazione.