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Il Terremoto Politico a Taranto: Un Accordo di Programma in Discussione
La recente crisi politica a Taranto ha sollevato importanti interrogativi e preoccupazioni che si estendono fino ai palazzi romani. Durante una videochiamata con l’indotto, il Ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha confermato che si svolgerà una riunione per definire l’accordo di programma, nonostante le dimissioni del sindaco. Questo evento ha spinto il presidente della Regione, Bitetti, a contattare il prefetto Paola Dessì e il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per discutere delle intimidazioni che potrebbero aver influenzato la decisione del sindaco.
Le questioni centrali riguardano l’assenza del Comune di Taranto dalla discussione sull’accordo, che le opposizioni si rifiutano di firmare. È fondamentale, secondo i partecipanti, che il Comune ritiri le dimissioni per garantire la sua presenza al tavolo negoziale. Le varie parti coinvolte esprimono l’urgenza di collaborare per difendere la salute dei cittadini tarantini.
Molti critici, inclusa una parte degli stessi sindacati, si oppongono al piano dell’attuale governo, definito da alcuni un “piano criminale” che non solo perpetua l’inquinamento, ma rischia di aumentare le malattie e i tassi di mortalità nella zona. Le richieste di chiusura delle fonti inquinanti sono sempre più insistenti, accompagnate da richieste di bonifiche e piani di riconversione economica.
L’ex ministro Calenda ha chiarito la sua posizione sull’ex Ilva, sottolineando che la vera questione è comprendere le perdite economiche che il paese dovrà affrontare, mentre i sindacati e le istituzioni locali continuano a insistere per una chiusura definitiva dello stabilimento.
In conclusione, il futuro di Taranto sembra dipendere dalla capacità di tutti i soggetti coinvolti di trovare un equilibrio tra salute e occupazione, in un contesto politico che richiede urgentemente responsabilità e concretezza.