30 LUGLIO 2025 – ROMA / DAZI, ACCORDO VACILLA



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Dazi: L’Accordo Vacilla e la Preoccupazione Economica Italiana

Recentemente, il dibattito sui dazzi ha preso una piega incerta, evidenziata da due documenti presentati da Bruxelles e dagli Stati Uniti, che mettono in discussione l’intesa raggiunta nei giorni scorsi tra Donald Trump e Ursula von der Leyen. Il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni, si trova a fronteggiare una situazione complessa, poiché le previsioni di Confindustria sull’impatto potenziale dell’accordo sollevano preoccupazioni significative.

Meloni aveva proposto l’introduzione di dazzi al 15% come una misura sostenibile, ma i dati recenti sull’export italiano hanno suscitato angoscia. Le opposizioni, al contempo, hanno definito l’accordo come “umiliante”, chiedendo maggiore chiarezza su un piano da 25 miliardi di euro, progettato per sostenere le imprese e i lavoratori italiani. La mancanza di trasparenza in merito a tali risorse ha alimentato ulteriori critiche.

Secondo Confindustria, l’Italia rischia di perdere circa 23 miliardi di euro in esportazioni e fino a 100.000 posti di lavoro a causa dell’accordo. Anche il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha riconosciuto la preoccupazione dichiarando che l’impatto dei dazzi potrebbe essere di 0,5 punti sul PIL nel 2026. Tuttavia, ha rassicurato che il governo sta studiando contromisure e modalità di riutilizzo delle risorse del PNRR non spese, destinandole ai settori più vulnerabili.

È evidente che l’odierna situazione economica richiede un’azione proattiva. Giorgetti ha sottolineato l’importanza di non lasciare le imprese sole e ha sollecitato una revisione delle normative europee che penalizzano le aziende più di quanto non facciano i dazzi stessi. Un forte appello è stato lanciato anche a proseguire il dialogo con gli alleati occidentali per mitigare le conseguenze negative di questa incertezza economica.

La situazione rimane in evoluzione e ci si attende un intervento deciso da parte del governo per garantire la stabilità del tessuto imprenditoriale italiano in un contesto economico precario.

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