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Ristrutturazione della Piscina di Sant’Elia: Accuse di Falso Ideologico
Recentemente, la Procura di Brindisi ha avviato un’indagine sulla ristrutturazione della piscina comunale nel rione Sant’Elia, accusando un ingegnere e un geometra comunali, insieme a un imprenditore, di aver gonfiato i costi dei lavori. L’inchiesta è nata da una denuncia di Antonio Caputo, gestore della piscina dal 2010 al 2019, che ha portato alla luce una serie di irregolarità nella procedura.
Secondo le accuse, gli ufficiali avrebbero attestato che la piscina fosse una struttura olimpionica, con una lunghezza di 50 metri e otto corsie, mentre in realtà è lunga solo 25 metri e dispone di sole tre corsie. Questo ha sollevato dubbi sull’effettiva volontà di riqualificare la struttura, che dal 2019 è rimasta chiusa e preda di atti vandalici, portando alla distruzione di numerosi beni.
Nonostante le richieste di arresti domiciliari, il gruppo di Brindisi Barbara Nestore ha ritenuto non sussistenti le esigenze cautelari e ha respinto le misure interdittive richieste. Gli indagati sono accusati di falso ideologico e di aver eseguito subappalti senza autorizzazione, evidenziando una potenziale collusione tra i funzionari pubblici e gli imprenditori.
Questa situazione solleva interrogativi sulla gestione delle risorse pubbliche e sulla salvaguardia delle strutture comunali, sottolineando l’importanza di un controllo rigoroso e trasparente nelle opere di ristrutturazione. La speranza è che si possano fare chiarezza e tutelare gli interessi della comunità.