09 AGOSTO 2025 PALAZZO S. GERVASIO DOPO LA PROTESTA ARRESTATI NOVE TRATTENUTI NEL CPR



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La Tragica Vicenda di Osama d’Arcoui e la Realtà dei CPR in Italia

Il 4 agosto 2024, il giovane marocchino Osama d’Arcoui è deceduto in circostanze ancora poco chiare nel centro di permanenza per il rimpatrio (CPR) di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza. Le indagini da parte della Procura di Potenza sono attualmente in corso, parallelamente a un’altra inchiesta relativa a eventi avvenuti nel CPR tra il 2018 e il 2022, culminata in 18 rinvii a giudizio per forze dell’ordine, medici e avvocati coinvolti.

La storia di Osama è avvolta da inquietudini e domande senza risposta, tanto che è stata avviata una campagna di raccolta firme per ottenere chiarezza sulla sua morte. Un anno dopo il tragico evento, il gruppo “Assemblea Regionale No CPR” ha organizzato una manifestazione di protesta davanti al centro, in risposta alle condizioni inique che caratterizzano i CPR in Italia.

Durante la manifestazione, un gruppo di trattenuti ha incendiato dei materassi e ha provocato disordini, il che ha portato all’arresto di nove uomini. Questi arresti hanno segnato l’applicazione delle nuove norme di sicurezza, che puniscono con pene detentive le rivolte nei CPR, situazioni già critiche per la loro natura di detenzione amministrativa, priva di fondamento giuridico, per individui che non hanno commesso reati.

La realtà del sistema CPR è un riflesso dell’ingiustizia sociale, dove persone vulnerabili vengono trattenute senza un chiaro motivo legale. I CPR devono essere chiusi e la detenzione amministrativa abolita, affinché si possa garantire il rispetto dei diritti umani e la dignità per tutti.

Questo episodio solleva interrogativi importanti sulla gestione dei migranti in Italia e rimarca la necessità di un cambiamento radicale nel modo in cui vengono trattate le persone in fuga da situazioni di crisi. La lotta per la giustizia continua, affiancando le persone migranti nella loro ricerca di verità e libertà.

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