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Operazione Vulcano: Un Successo nella Lotta Contro i Reati Ambientali a Taranto
L’estate del 2025 ha visto la conclusione di una delle più significative operazioni ambientali in Italia: l’Operazione Vulcano, coordinata dalla Capitaneria di Porto e Guardia Costiera di Taranto. Sotto la guida del comandante Ricci, il progetto ha preso avvio circa un anno fa, quando una colonna di fumo sospetta è stata avvistata nei pressi del porto di Taranto.
Dopo diverse indagini preliminary, è emersa la gravità della situazione: un’area dedicata alla combustione illecita di vari tipi di rifiuti. Grazie alla collaborazione con l’autorità giudiziaria di Taranto, sono state attivate intercettazioni telefoniche e il monitoraggio attraverso GPS e fototrappole, rivelando una rete complessa di soggetti, tra cui privati cittadini inconsapevoli, che si affidavano a trasportatori formalmente autorizzati a smaltire rifiuti ferrosi ma che, in realtà, ne distruggevano il contenuto attraverso il fuoco.
Il nome “Vulcano” riflette questa scoperta, in quanto il fumo denso e nero era visibile correttamente anche dai propri mezzi di sorveglianza. L’indagine ha portato a significativi arresti, con quattro indagati coinvolti, tra cui un coordinatore che gestiva l’intera operazione illecita.
Questa operazione non solo ha avuto un impatto cruciale sull’ambiente e la salute della città di Taranto, ma ha anche dimostrato l’efficacia della collaborazione tra la Capitaneria di Porto, la procura e l’uso di nuove tecnologie nel contrasto ai crimini ambientali. Con 110 capi di imputazione documentati, l’Operazione Vulcano rappresenta un esempio di determinazione nella protezione del territorio e della comunità.
In conclusione, l’Operazione Vulcano è stata un banco di prova fondamentale, e i risultati ottenuti rappresentano un passo avanti significativo nella lotta contro i reati ambientali, un passo che speriamo continui a segnare la strada verso un futuro più sostenibile per Taranto e oltre.