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Processo per Traffico di Droga a Fasano: Un Esempio di Lentezza Giudiziaria
Il processo penale avviato nel 2015 contro presunti fornitori di droga per la zona di Fasano si sta rivelando un caso emblematico delle inefficienze del sistema giudiziario italiano. Dopo oltre dieci anni di udienze e indagini, il dibattimento si trova ancora in primo grado, con una progressione che ha dell’incredibile.
Originariamente, il procedimento coinvolgeva 23 indagati, tutti di Fasano. Tuttavia, nel luglio 2023, il GUP di Brindisi ha pronunciato la prescrizione per 12 di loro, lasciando solo 11 sotto processo. Questo suggerisce una significativa perdita di tempo e risorse, amplificata da un iter che ha visto l’assenza di misure cautelari nonostante il ruolo centrale di alcuni imputati.
Le indagini, condotte dai Carabinieri della compagnia di Fasano e caratterizzate da intercettazioni e pedinamenti, hanno svelato una fiorente attività di spaccio di sostanze come hashish, marijuana e cocaina, avvalendosi di un linguaggio in codice e coinvolgendo clienti di alta fascia. La situazione diviene ancora più critica considerando il fatto che alcuni degli spacciatori coinvolti erano giovani appena maggiorenni.
L’ultima udienza si è tenuta il 21 luglio scorso, e la prossima è fissata per il 16 marzo 2026, suggerendo una durata del processo che potrebbe allungarsi oltre l’undicesimo anno. Alla luce di tutto ciò, questo caso mette in luce le lacune e le complessità del nostro sistema giuridico, sollevando interrogativi sul come possa garantire una giustizia tempestiva ed efficace.
In definitiva, il processo per traffico di droga a Fasano non è semplicemente un caso di cronaca, ma un campanello d’allarme sulla necessità di riformare le procedure giudiziarie per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro.